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Dietro un muro. Belfast

L'addio alle armi dell’esercito Repubblicano Irlandese arriva ad 11 anni dal primo cessate il fuoco dell’Ira e a 7 dall Accordo del Venerdì Santo (Siglato tra Londra, Dublino e tutti i partiti dell'Ulster ). Arriva improvviso anche se dopo mesi di dibattito interno all’organizzazione, che ha deciso che l'lrlanda unita si farà con il dialogo e non con la lotta armata. La guerra è quindi finita, ora bisognerà imparare vivere in pace. Una speranza che è già una crepa nei muri che dividono ancora cattolici e protestanti, proprio mentre in un altro angolo tormentato di mondo se ne costruisce uno di centinaia di chilometri tra israeliani e palestinesi. La storia delle peace line, o i muri di segregazione come li chiamavano i cattolici, è quella del conflitto in Irlanda del nord, Il loro futuro quello della pace in questa regione. Era il 15 agosto del 1969, a Belfast ovest alcune case cattoliche venivano bersagliate da molotov e ordigni di gruppi armati protestanti. Ci sono morti e feriti. Per contenere la violenza e per proteggere i residenti le istituzioni pensano di separare i nemici con delle barriere. Sorge a Bombay Street la prima peace line, un orrendo susseguirsi di lamiere e filo spinato.. Era il 10 settembre, da allora quasi una trentina di muri hanno segnato come cicatrici la storia recente di odio delle Sei Contee. Con l'estendersi della guerra i quartieri sono diventati sempre più “ghetti” di segregazione. Si combatte oltre i nuovi muri. Ce ne sono di mattoncini rossi o di ringhiere grigie. Alti fino al cielo e lunghi oltre un miglio. Mangiati dalla ruggine e con stazioni di RUC (polizia dell Ulster) ornate di grate antimolotov e filo spinato. Ci sono poi cancellate che la polizia apre col telecomando dal mattino al tramonto e che collegano le due “interfacce” . Una palizzata in un parco separa l'erba cattolica da quella protestante ed altre sono dette “ecologiche” per il colore verde. Nessun cattolico ha mai visto oltre il muro di Springfield Road e nessun protestante di Cupar Way scavalcherebbe mai le inferriate per scoprire che a Bombay street c è povertà e disoccupazione come da loro, e che nei soggiorni ci sono gli stessi divanetti con le TV accese tutto il giorno. Si sbircia dalle fessure, ci si vocia improperi ma nonostante la pace abbia rifatto il look a molte zone non si entra nel territorio nemico.
A Belfast est, dove svettano gialle le gru dei cantieri del Titanic, la peace line di Madrid Street chiude in una gabbia il quartiere di Short Strand, una manciata di case cattoliche in una estesa zona protestante. La cancellata alta qualche metro ed ora coperta di graffiti, è stata innalzata nell'estate del 2002 in seguito a violenti attacchi ai residenti.
May e Olwen, amiche storiche, entrambe protestanti e con 50 anni a testa, su quella strada ci si sono trasferite con i mariti cattolici nel 71. “Ci siamo sempre sentite al sicuro qui, mai minacce, mai problemi, non sarebbe stato così altrove.” Nel maggio 2002 improvvisamente una pioggia di fuochi, molotov e ordigni prende di mira le piccole villette a schiera marroni. Una tattica unionista che vuole riportare in strada l IRA, si urla nel quartiere. Vero o no dopo qualche giorno compare il muro. “Non ci hanno neanche informate sul fatto che l avrebbero costruito. È stato traumatico conoscevamo molte persone dall'altra parte, molti anziani, gente tranquilla”. Tuttavia May e Olwen, non si sentono tradite per essere state attaccate da gruppi della loro stessa fede, sono più che altro deluse dal comportamento indifferente dalla polizia. “Non ci hanno tutelato, non ci hanno protetti”L assedio di Short Strand finisce a settembre del 2002 ma Madrid Street è sempre sbarrata. “ Vuoi la verità” Dice May. “Non credo che questo muro andrà giù prima di 10 anni anche se spero di sbagliarmi”
Nel nord della città una lamiera marrone, quella di Alliance Avenue separa Glencairn, ad alta concentrazione paramilitare protestante, da Ardoyne, ad alta concentrazione IRA. Durante la guerra questa pezzo di città era conosciuto come la Libera Repubblica di Ardoyne e pare che la polizia non abbia mai osato entrarci. Ora ci girano lenti i taxi turistici per mostrare gli splendidi murales e per il festival di musica estivo. Qui dal 2001 ci vive padre Aiden Troy , 59 anni , di Dublino divenuto presto un punto di riferimento per molte famiglie del quartiere. Lui arrivato da Roma fresco di studi, ha dovuto immediatamente vestire, suo malgrado, i panni del prete coraggio. Dirige la scuola elementare femminile di Holy Cross che proprio in quel suo primo giorno a Belfast fu bersaglio di alcuni protestanti infastiditi del passaggio delle bimbe sul loro pezzo di strada.
“Non è stato semplice. All inizio mi sono limitato ad ascoltare, anche chi mi rimproverava di parlare con la stampa e con la polizia e chi mi consigliava di limitarmi ad impartire benedizioni”. Poi scuote la testa come per spiegare “Vede questa è una società settata al conflitto. Ha vissuto per 35 anni in guerra e non conosce altro. Per esempio, mi chiamano all'una o alla due di notte e si meravigliano che io sia a letto. Per decenni hanno assistito a scontri di strada, e ad incursioni in casa della polizia. Sono stati svegli a difendere il territorio e pensano che tutti abbiano vissuto così”. Qui il nemico diventa ossigeno per la propria identità che si afferma nel conflitto ed in questo contesto gli scontri possono rappresentare un momento di socialità. “È come e arrivasse il circo in città. Escono fuori anche gli anziani i disabili. Ma non mi sento di biasimare chi non ha conosciuto altro che questo nella vita”.
In molti casi però il disagio è in primo luogo sociale. Alto livello di disoccupazione, alcolismo e in molti casi anche suicidi adolescenziali.
“Molte di queste persone non hanno mai avuto un occupazione se non piccole attività illegali. Ci sono ragazzi a scuola che non hanno mai visto nella loro famiglia una figura maschile alzarsi per andare a lavoro la mattina. Non li giustifico ma come accusarli. Praticano il crimine, si ma che tipo di criminale è chi va in Spagna a comprare sigarette da rivendere sotto banco, per poi comprarci i vestiti della prima comunione per i figli”.
Problemi speculari si trovano anche dalla latra parte della barricata e padre Troy trova in questo un ulteriore elemento di pericolo.
“Ne parlo con il ministro protestante nei nostri incontri mensili . Ma In più loro sentono di aver perso la loro identità britannica, il rispetto di Londra.. Sentono di vivere gli ultimi giorni del lealismo. Vivere dietro un muro a Belfast, più che sul pericolo a cui si è esposti dovrebbe farci riflettere sulla necessità improrogabile di un dialogo tra le parti ”.
Da qualche decennio tuttavia sempre più organizzazioni lavorano per superare i muri. La Forthsring Inter Community Group dal 97 ad esempio opera nella zona di Springfield Road con le due comunità su progetti sociali ,culturali e ricreativi per favorire la conoscenza, il rispetto e la fiducia reciproca. Intanto mentre gli autobus ed i taxi neri scorazzano i turisti per il WAR tour per i luoghi della guerra sulla cattolica Falls Road uno dei più famosi pittori di murales Danny Devenny sta facendo sparire i “Troubles” dai suoi lavori. “Ho ritratto eroi dello sport sui muri delle case di quartieri dove i bambini non hanno molti esempi positivi. Sapere che esiste altro da tutto quello che hanno visto fino ad ora spero serva a tirarli fuori dalla guerra”.
Paola Romano
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